Giornata mondiale della libertà di stampa, un baluardo da tutelare

Il 3 maggio è la Giornata mondiale della libertà di stampa. Si festeggia ufficialmente dal 1993, quando venne indetta dall'Assemblea Generale dell'ONU e dalla Conferenza Generale dell'Unesco. Già nei primi anni del '700 il noto giurista Gaetano Filangieri indicò nella libertà di stampa uno degli elementi fondamentali per costruire una società più consapevole. Inoltre la libertà di stampa è un diritto sancito dall’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 e dall’articolo 21 della Costituzione italiana. Ma nonostante tutto ciò la libertà di stampa rimane ancora una chimera in molte nazioni ed è sempre e comunque a rischio anche dove almeno teoricamente ne è riconosciuta l'inviolabilità. Ed anche nel periodo di Pandemia la libertà di stampa sembra subire alcune limitazioni. Nei giorni scorsi il Consiglio d’Europa ha infatti pubblicato un rapporto dove si esprime preoccupazione riguardo le decisioni adottate in materia di libertà di stampa da alcuni governi europei per far fronte alla pandemia. In tale rapporto si legge che "In risposta alla crisi sanitaria, i governi hanno impedito ai giornalisti di riportare le notizie in modo critico attraverso una sorveglianza molto più stretta e l’emanazione di nuove leggi volte a punire chi diffonde “fake news”, dal momento che solo loro decidono cosa è permesso e cosa è falso senza una supervisione da parti indipendenti". Infine non deve essere dimenticato il triste rosario di giornalisti minacciati e sotto scorta. Nel 2019 si sono registrati 142 serie minacce alla libertà dei media, inclusi 33 aggressioni contro i giornalisti, 17 nuovi casi di detenzione e 43 casi di abuso e intimidazione. Solo in Italia sono una ventina i
sotto scorta 24 ore su 24 perché minacciati di morte. Per l'Organizzazione "Reporter senza Frontiere" da sempre impegnata in prima linea per la tutela della libertà di stampa, "Il livello di violenza contro i reporter continua a crescere soprattutto a Roma, nelle aree circostanti e in tutto il sud. I politici italiani, invece, sono meno aggressivi nei confronti dei giornalisti rispetto al passato, ma il giornalismo rischia di essere minato da alcune misure volte a ridurre i sussidi di stato ai media".